Essere affetti da alopecia androgenetica quando ci si trova di fronte ad una abbondante caduta di capelli prolungata nel tempo è il primo pensiero che viene alla mente, negli uomini in generale, ma anche nelle donne avanti con gli anni e interessate da menopausa. In questi casi è essenziale fare un’accurata analisi del problema per scoprirne le reali cause e se, effettivamente, ci si trova davanti ad un caso di alopecia androgenetica o meno. Cerchiamo, quindi, di circoscrivere la situazione e capire bene la situazione.
La calvizie o alopecia androgenetica si manifesta solitamente con un diradamento dei capelli nella zona delle tempie, della fronte o della parte superiore della testa. Questo tipo di diradamento, in genere, progredisce in maniera abbastanza rapida innalzando la linea coincidente con l’attaccatura dei capelli.
La calvizie può manifestarsi in varie forme, alcune interessano solo i capelli, in altri casi può riguardare anche i peli del corpo e della barba.
Numerose possono essere le cause alla base della calvizie. Una componente tra le più importanti è la familiarità, ossi una predisposizione genetica che induce una ipersensibilità agli ormoni maschili. Altre cause possono essere ricollegate all’uso di farmaci, come nella chemioterapia, un forte shock psicologico, una condizione di stress elevato, una febbre molto intensa, una malattia autoimmune che interferisce con i bulbi piliferi, la stessa gravidanza o il post partum, la menopausa, carenze nutrizionali e di ferro.
In termini più strettamente scientifici l’alopecia androgenetica consiste in una cronica e progressiva superficializzazione, depigmentazione e miniaturizzazione dei follicoli piliferi dei capelli, fino ad arrivare ad una loro completa atrofia. L’alopecia androgenetica è ricondicibile all’azione di ormoni androgeni su soggetti che presentano una predisposizione genetica..
La manifestazione dell’alopecia androgenetica nell’uomo e nella donna avviene in modo diverso. Nell’uomo può presentarsi dopo la pubertà con un arretramento della linea frontale e lo sviluppo di un’area diradata a livello del vertice. Nella donna si manifesta, in genere, in età più avanzata e in modo molto più lento. Nella donna, inoltre, si presenta con un diradamento a forma di uovo nell’area centrale del cuoio capelluto, appena dietro la frangia frontale. La conservazione dell’attaccatura frontale è una differenza caratteristica dell’alopecia androgenetica nei due sessi.
Questa diversa manifestazione di questo tipo di alopecia nell’uomo e nella donna è dovuta alle differenze nei recettori e negli enzimi ormonali presenti sul cuoio capelluto dei due sessi.
Quando e come intervenire per curare l’alopecia androgenetica
Il paziente che si accorge di andare incontro a calvizie per alopecia androgenetica dovrebbe attivare protocolli di cura dei propri capelli in modo tempestivo, quando ancora i capelli sono presenti. La terapia medica mira infatti a conservare i capelli ancora presenti sul cuoio capelluto, anche se un parziale recupero è possibile in molti casi.
Il primo passo verso il successo di una terapia contro l’alopecia è una visita medica accurata che permetta di giungere ad una precisa diagnosi. Questo, anche se apparentemente potrebbe sembrare semplice, in realtà richiede degli esami e delle valutazioni specifiche e non è raro pensare di trovarsi davanti ad una alopecia androgenetica e concludere la visita con una diagnosi completamente differente. Il paziente deve, comunque, predisporsi ad una terapia lunga ed effettuare esami periodici per valutarne l’efficacia.
Nelle terapie contro la caduta di capelli per alopecia androgenetica sono da tempo impiegate due molecole: la Finasteride e il Minoxidil. La Finasteride è utilizzata nella terapia dell’ipertrofia prostatica, agisce inibendo la 5a-reduttasi e si assume per via orale. Mentre il Minoxidil è utilizzato come vasodilatatore nell’ipertensione arteriosa. Sebbene non sia attualmente noto il meccanismo d’azione del Minoxidil nella terapia della calvizie, esso viene applicato sul cuoio capelluto sotto forma di lozioni.
Adeguatamente impiegati, dopo una completa valutazione fisica e psichica del paziente, i farmaci basati su queste due molecole si sono dimostrati assolutamente sicuri con effetti collaterali quasi nulli e, ad ogni modo, tranquillamente gestibili.
Nel corso del tempo la tricologia si è arricchita di numerose altre molecole e metodiche che vanno scelte e utilizzate, però, sempre in relazione alla condizione clinica e predisposizione del paziente.
Di fronte ad una alopecia androgenetica manifesta, una terapia tricologica ben condotta e tempestivamente avviata permette di rallentare anche notevolmente la perdita dei capelli e la caduta può essere anche arrestata o addirittura invertita con una ricrescita talora anche importante.